Anfiteatro Flavio

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Anfiteatro

L’Anfiteatro Flavio è uno dei due anfiteatri romani situati a Pozzuoli. Risalente alla seconda metà del I secolo d.C., fu realizzato per far fronte all’incremento demografico di Puteoli, che aveva reso insufficiente il precedente edificio adibito per spettacoli pubblici in età repubblicana. É il terzo più importante anfiteatro in termini di dimensioni mai realizzato dai Romani, superato solo dal Colosseo e dall’anfiteatro dell’antica Capua. Sorge in corrispondenza della convergenza di due vie principali, la Via Domiziana e la via per Napoli.

 

L’Anfiteatro Flavio veniva utilizzato principalmente per i combattimenti tra gladiatori e poteva ospitare fino a 40.000 spettatori. La sua costruzione è stato attribuita agli stessi architetti del Colosseo, del quale è di poco successivo. Alcuni testi riportano la sua edificazione sotto l’imperatore Vespasiano e la sua inaugurazione probabilmente con Tito. Ma, secondo alcuni studiosi, la presenza di muratura realizzata con la tecnica dell’opus reticulatum farebbe pensare a una sua realizzazione sotto Nerone, oggetto di rimozione poi per effetto di un processo di “damnatio memoriae” ( o condanna della memoria, una pena consistente nella cancellazione di qualsiasi traccia riguardante una determinata persona, come se essa non fosse mai esistita).

 

La vicenda di San Gennaro

Durante le persecuzioni di Diocleziano, nell’aprile 305, i cristiani Gennaro, Festo, Desiderio e Sossio furono condannati ad essere sbranati nell’Anfiteatro. Il giorno dopo, secondo la tradizione, il supplizio non avvenne per l’avvenimento di un miracolo: le fiere si inginocchiarono al cospetto dei quattro condannati, dopo una benedizione fatta da Gennaro. Furono poi decapitati nei pressi della Solfatara insieme ai puteolani Procolo, Eutiche e Aucuzio

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Pozzuoli