Zoo di Napoli

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Lo zoo di Napoli

Lo zoo di Napoli è stato il secondo zoo aperto in Italia, dopo quello di Roma. É nato nel 1940, con l’obiettivo di ospitare animali di tantissime specie, alcune in via d’estinzione, come le capre napoletane. Ma, a causa della seconda guerra mondiale, ha aperto al pubblico soltanto nel 1949, a Fuorigrotta, nell’area della Mostra d’Oltremare, grazie a Franco Cuneo e Angelo Lombardi.

Per tutta la seconda metà del ‘900 lo Zoo di Napoli è stato un luogo d’eccellenza, famoso in tutta Europa per la ricerca scientifica, dato che ospitava decine di specie animali a rischio di estinzione nel loro habitat naturale.

Successivamente, a partire dagli anni ’80, lo Zoo ha vissuto un lungo periodo di abbandono, che lo ha portato alla chiusura nel 2003.

Solo nel 2013, grazie all’investimento di Francesco Floro Flores, imprenditore napoletano proprietario del Gruppo Trefin, lo Zoo di Napoli è rinato, tornando al prestigio del secolo precedente.

Oggi lo Zoo ha recuperato il suo splendore, è stato riqualificato e sono nate nuove aree dedicate agli animali e aree didattiche per bambini. Inoltre è stata ripristinata l’attività di ricerca scientifica e di conservazione delle specie minacciate di estinzione, con l’obiettivo di trasformare lo Zoo di Napoli nella più grande struttura all’avanguardia d’Europa.

Attualmente lo Zoo ospita 203 specie vegetali e 96 specie animali di tutti i cinque continenti del mondo, tra cui pachidermi, rettili, rapaci, tigri, elefanti, insetti, coccodrilli e specie rare, come il Saltarupe Oreotragus, l’Avvoltoio Papa (primo a nascere al mondo), l’Antilope Giraffa (prima in Europa), il Rinoceronte Nero (primo in Italia), il Licaone e diversi Psittaciformi.

Per la conservazione delle specie animali in pericolo, lo Zoo promuove programmi di sensibilizzazione e campagne di divulgazione scientifica, con lo scopo di mostrare al pubblico, soprattutto alle nuove generazioni, i problemi che minacciano l’equilibrio del nostro pianeta. Inoltre, alcuni degli esemplari ospitati dallo Zoo di Napoli sono inseriti in programmi di conservazione a livello europeo, sia EEP che ESB, contribuendo alla raccolta dati e all’ampliamento delle conoscenze utili al fine di tutelare le specie in questione.