Antro della Sibilla

Antro della Sibilla

Questo antro, ancora prima di essere scoperto nel 1932, fu reso celebre da Virgilio nell’Eneide (libro VI ). Si tratta di un corridoio lungo 131,50 m., largo 2,40 m. e alto 5,00 m., di forma trapezoidale illuminato da sei aperture laterali che conduce nella mitica stanza oracolare della sacerdotessa in cui, secondo la tradizione, la Sibilla rivelò ad Enea la sua profezia.

 

La leggenda dice che la Sibilla cumana percorreva questa galleria fino a bagnarsi nell’acqua delle cisterne in cui era presente il dio Apollo (la galleria era sotto il tempio di Apollo), posseduta così dal dio scriveva i Libri Sibillini, libri profetici sulla storia del mondo. Verosimilmente si tratta di una struttura avanzata di difesa posta a valle delle fortificazioni e parallelo all’andamento della costa, infatti, sulla parete orientata verso la costa si aprono nove bracci dei quali sei aperti verso l’esterno. Sulla parete opposta, nella parte centrale del corridoio, si riscontrano tre ambienti scavati nel tufo utilizzati dai romani come cisterne.

 

Il ritrovamento di tombe, all’interno di queste, dimostrano che con l’avvento del cristianesimo, la galleria si stata utilizzata come catacomba. Alla fine del corridoio si apre una stanza rettangolare e sui tre lati della  stessa si aprono tre ambienti più piccoli. In questo ambiente secondo il mito vaticinava la Sibilla, anche se la stanza presenta elementi strutturali che non confermano temporalmente questo dato.

 Via Licola Cuma, 3

Pozzuoli